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Archive for ottobre 2013

Un farmaco riduce il dolore cronico nelle lesioni spinali.

Posted by giorgiobertin su ottobre 31, 2013

I ricercatori della Purdue University e dell’Indiana University School of Medicine, hanno scoperto che una neurotossina nota può causare dolore cronico in persone che soffrono di paralisi. Un farmaco si è dimostrato capace di rimuovere la tossina e potrebbe essere usato per trattare il dolore.

JN

La tossina, chiamata acroleina, è prodotta nel corpo dalle cellule nervose dopo lesione, e innesca una cascata di eventi biochimici che peggiorano la gravità della lesione. Il farmaco idralazina, che è stato approvato dalla US Food and Drug Administration per l’ipertensione, ha dimostrato la sua efficacia nel ridurre i livelli di acroleina nel corpo.

Leggi abstract:
Acrolein involvement in sensory and behavioral hypersensitivity following spinal cord injury in the rat
Michael R. Due, Jonghyuck Park, Lingxing Zheng, Michael Walls, Yohance M. Allette, Fletcher A. White and Riyi Shi
Journal of Nuerochemistry – 21 OCT 2013 10:43AM EST | DOI: 10.1111/jnc.12500

Fonte ed approfondimenti: Purdue University

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I migliori ospedali italiani per curarsi.

Posted by giorgiobertin su ottobre 30, 2013

Si chiama Doveecomemicuro.it, contiene i dati di 1.233 strutture sanitarie italiane censite in base a 50 indicatori, con il posto migliore dove curarsi. Il portale, edito da Formex srl di Milano, è coordinato da Walter Ricciardi, Direttore del Dipartimento di Sanità Pubblica del Gemelli insieme ad altri ricercatori ed esperti.

dovemicuro

In Italia mancava finora un database informativo destinato ad orientare le scelte dei cittadini in ambito sanitario.

Dal 25 ottobre scorso – in virtù della direttiva europea (2011/24/Ue) – ogni cittadino dell’Unione può decidere liberamente di ricevere assistenza sanitaria in ciascuno dei Paesi membri” – ha ricordato il professore Ricciardi della Cattolica -. È chiaro che, per scegliere il luogo dove curarsi, un cittadino dovrebbe avere accesso ad informazioni chiare, rigorose e tempestive sulla qualità dei servizi offerti (quelli che giustificano il sacrificio di spostarsi da casa propria per avere cure adeguate) sia ospedalieri, sia ambulatoriali e domiciliari“. (Approfondisci)

Accedi al portale:
doveecomemicuro.it

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Il caffè riduce il rischio di tumore al fegato.

Posted by giorgiobertin su ottobre 30, 2013

I ricercatori del Dipartimento di Epidemiologia, IRCCS – Istituto di Ricerche Farmacologiche ‘Mario Negri’ e dell’Università di Milano hanno eseguito una meta-analisi di articoli pubblicati dal 1996 al 2012 (16 studi e 3.153 casi), rilevando che l’assunzione di caffè abbassa il rischio di tumore al fegato.

Coffee

Una tazzina di caffè al giorno sembrerebbe ridurre mediamente il rischio del 40 per cento, un rischio che si è stimato possa diminuire ulteriormente (oltre il 50 per cento) nei casi in cui si consumano tre tazzine al giorno.

Questi risultati non devono invogliare a un consumo esagerato di caffe’, ma sono importanti perche’ possono portare alla scoperta delle molecole protettive che esso contiene, probabilmente antiossidanti come i diterpeni. “Il consumo di caffe’, afferma Tavani, e’ associato a riduzione di rischio della cirrosi: infatti, maggiore e’ il consumo della bevanda nera, minore la presenza della gamma-glutamil transferasi (GGT), un indicatore della malattia. Questa associazione tra consumo di caffe’ e protezione epatica e’ particolarmente evidente in soggetti ad alto rischio cirrosi, come i forti bevitori di alcolici.

Leggi abstract:
Coffee Reduces Risk for Hepatocellular Carcinoma: An Updated Meta-analysis
Bravi F, Bosetti C, Tavani A, Gallus S, La Vecchia C.
Clin Gastroenterol Hepatol. 2013 Nov;11(11):1413-1421.e1. doi:10.1016/j.cgh.2013.04.039

Fonti: MedicalNewsToday.com  –  Medscape.com

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Speranza per la Sclerosi Multipla dalle staminali della pelle.

Posted by giorgiobertin su ottobre 30, 2013

Una collaborazione tra l’Università Statale di Milano e l’Ospedale San Raffaele, che ha guidato lo studio, dimostra la capacità delle cellule della pelle di trasformarsi in cellule cerebrali biologicamente utili in trapianti sperimentali in modelli animali di sclerosi multipla.
Il lavoro è stato pubblicato sulla rivista Nature Communications.

nature_communications

Al centro dello studio, condotto su alcuni modelli murini di sclerosi multipla, c’è la riprogrammazione cellulare, ovvero l’insieme di quei processi (guidati dall’esposizione a un cocktail di diverse molecole) che permettono a una cellula di cambiare lavoro, trasformandosi in qualcosa che svolge funzioni differenti da quelle originarie. In particolare i ricercatori hanno trasformato delle cellule della pelle in staminali embrionali e quindi in staminali del cervello, che una volta iniettate nei modelli sperimentali della malattia possono aiutare a recuperare i danni mielinici collegati alla sclerosi multipla.

Leggi abstract dell’articolo:
iPSC-derived neural precursors exert a neuroprotective role in immune-mediated demyelination via the secretion of LIF
Cecilia Laterza, Angelo Quattrini, Carla Taveggia, Cinthia Farina, Elena Cattaneo, Gianvito Martino + al.
Nature Communications 4, Article number: 2597 doi:10.1038/ncomms3597 Published 29 October 2013

Fonte: Università degli Studi di Milano – Galileo giornale di scirnza

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La carnitina previene il diabete neonatale.

Posted by giorgiobertin su ottobre 29, 2013

E’ stata individuata grazie ad uno studio dei ricercatori italiani dell’Ospedale Pediatrico Meyer di Firenze, e dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma, una possibile causa del diabete di tipo 1 (giovanile) e quindi anche una potenziale soluzione preventiva da mettere in atto nei primi giorni di vita dei bambini a rischio di ammalarsi. Si tratta della carenza di una famiglia di molecole, le carnitine.

N&D

“Abbiamo scoperto che i nuovi nati con basse concentrazioni di carnitine nel sangue, sviluppano in seguito la malattia“. Afferma il prof. Bottazzo uno degli autori dello studio.”Bassi livelli di carnitina alla nascita, potrebbero predisporre al diabete 1 in quanto le carnitine servono ad eliminare cellule immunitarie autoreattive normalmente presenti nel timo (ghiandola che scompare crescendo) dei neonati. Se la loro morte non avviene prestissimo, queste cellule entrano nel circolo sanguigno, si annidano nei linfonodi e, se attivate, causano il diabete” – spiega Bottazzo.

Ora si pensa di attivare una sperimentazione clinica (trial) in cui si somministra per i primi giorni di vita del bebè a rischio diabete un biberon con integratori di carnitina per vedere se questo intervento precocissimo consente di prevenire la malattia.

Leggi il full text dell’articolo:
Children who develop type 1 diabetes early in life show low levels of carnitine and amino acids at birth: does this finding shed light on the etiopathogenesis of the disease?
G. la Marca,S. Malvagia, S. Toni, B Piccini, V Di Ciommo and G F Bottazzo
Nutrition & Diabetes (2013) 3, e94; doi:10.1038/nutd.2013.33 Published online 28 October 2013

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Carne rossa e rischio di cancro intestinale.

Posted by giorgiobertin su ottobre 29, 2013

Una variante genetica comune che colpisce 1 persona su 3 aumenta significativamente il rischio di cancro del colon-retto per chi consuma carne rossa o carne lavorata, secondo uno studio presentato all’ American Society of Human Genetics 2013 Meeting, il più grande raduno di genetisti nel mondo.

Oltre a identificare un gene che aumenta il rischio di cancro del colon-retto per chi mangia carni rosse o trasformate, lo studio – il primo ad identificare le interazioni dei geni con la dieta su scala genomica – rivela anche un’altra variante genetica specifica che sembra modificare e ridurre il rischio di cancro al colon-retto per chi mangia più verdure, frutta e fibre.

red-meat

I ricercatori hanno cercato sistematicamente in oltre 2,7 milioni di sequenze genetiche le interazioni con il consumo di carne rossa e trasformati. Lo studio ha esaminato 9.287 pazienti con tumore del colon-retto e un gruppo di controllo di 9117 persone senza cancro.
La variante genetica individuata nello studio si chiama: rs4143094. Questa variante si trova sullo stesso cromosoma 10 che comprende GATA3, un fattore di trascrizione genica precedentemente legato a diverse forme di cancro. Il fattore di trascrizione codificato da questo gene normalmente gioca un ruolo importante nel sistema immunitario.

I ricercatori ipotizzano che la digestione di carne lavorata può promuovere una risposta immunologica o infiammatoria che può innescare lo sviluppo del tumore. Il fattore di trascrizione GATA3 normalmente dovrebbe sopprimere la risposta immunitaria o infiammatoria. Tuttavia, se la regione del gene GATA3 contiene una variante genetica 8rs4143094, esso può codificare un fattore di trascrizione disregolato che va contro la sua capacità di sopprimere la risposta.

Fonti ed approfondimenti:
American Society of Human Genetics – News Release – October 24, 2013
EurekAlert
USC University of Southern California

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HIV: una proteina potrebbe fornire l’immunità.

Posted by giorgiobertin su ottobre 28, 2013

Gli scienziati hanno scoperto un nuovo indizio fondamentale sul perché alcune persone sono in grado di controllare per lungo tempo virus HIV senza prendere farmaci antivirali.

HIV-infected-Cell Credit image: Northwestern University
‘One percent of people can control HIV without medication. Scientist found that these individuals have an abundance of a particular protein that keeps the virus from invading cells, as it has in the picture above’.

Questi rari individui che non richiedono farmaci hanno una porzione extra di un certo tipo di proteina immunitaria che blocca la diffusione delll’HIV all’interno del corpo, trasformandola in un qualcosa di impotente e innocuo che non infetta altre cellule.
Ci sarebbe quindi una proteina in grado di dare una sorta di “immunità” nei confronti della malattia. E’ come se il sistema immunitario di alcune persone mettesse in atto uno strumento di difesa.

Si tratta della proteina chiamata A3 o Apobec3g. Il team di ricercatori della Northwestern University, che ha pubblicato il lavoro sulla rivista “Plos One“, avrebbe intenzione di giungere allo sviluppo di un farmaco in grado di aumentare questa proteina immunitaria.

Leggi il full text dell’articolo:
Lower HIV Provirus Levels Are Associated with More APOBEC3G Protein in Blood Resting Memory CD4+ T Lymphocytes of Controllers In Vivo.
De Pasquale M, Kourteva Y, Allos T, D’Aquila RT + al.
PLoS ONE 8(10): e76002. doi:10.1371/journal.pone.0076002

Fonte ed approfondimenti: Northwestern Medicine

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Diabete e demenza sono collegati.

Posted by giorgiobertin su ottobre 28, 2013

Il diabete influenza i meccanismi neuropatologici cerebrali aumentando la suscettibilità ai danni neurodegenerativi o vascolari. Ad affermarlo uno studio condotto all’Icahn School of Medicine e al Mount Sinai Hospital di New York e pubblicato sulla rivista “Diabetes“.

Diabetes_11_2013

Il nostro studio fornisce per la prima volta una spiegazione epigenetica del rischio aumentato che i diabetici hanno di sviluppare demenza“, afferma Giulio Maria Pasinetti Professore Ordinario di Neurologia all’Icahn School of Medicine. “Questa è una prova estremamente interessante, dato che circa il 60 per cento dei pazienti con malattia di Alzheimer hanno almeno una grave condizione medica associata al diabete“.

Leggi abstract dell’articolo:
Epigenetic mechanisms linking diabetes and synaptic impairments
Shimul Begum, Prashant Vempati,Lindsay Knable,Lap Ho, and Giulio M. Pasinetti + al.
Diabetes published ahead of print October 23, 2013, doi:10.2337/db13-1063

Fonte ed approfondimenti: Icahn School of Medicine Mount Sinai

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Obesità: la causa è una mutazione genetica.

Posted by giorgiobertin su ottobre 27, 2013

Alcune persone nascono con mutazioni genetiche che rallentano i loro tassi di metabolismo, a dirlo un nuovo studio dei ricercatori dell’Università di Cambridge. Più lento è il tasso metabolico più l’obesità è grave.

Questa è la prima volta gli scienziati sono stati in grado di trovare i geni che rallentano il metabolismo e influenzano l’elaborazione delle calorie.  La mutazione di un gene chiamato KSR2 può causare continui attacchi di fame nei pazienti obesi, così come rallentare il loro metabolismo. Nello studio sono state analizzate le sequenze di DNA di oltre 2.000 pazienti gravemente obesi.

Fino ad ora, i geni che abbiamo identificato per  il controllo del peso corporeo sono in grado di influenzare l’appetito. Tuttavia, KSR2 è differente in quanto svolge un ruolo nella regolazione di come l’energia viene utilizzata nel corpo. Nel futuro, la modulazione di KSR2 può rappresentare una strategia terapeutica utile per l’obesità e il diabete di tipo 2“. Afferma il prof.  Farooqi che assieme al suo team di ricerca ha pubblicato il lavoro sulla rivista “Cell“.

Leggi il full text dell’articolo:
KSR2 Mutations Are Associated with Obesity, Insulin Resistance, and Impaired Cellular Fuel Oxidation
Laura R. Pearce, Stephen O’Rahilly, Michael P. Murphy, David R. Powell, Ines Barroso, I. Sadaf Farooqi + al.
Cell – 24 October 2013

Comunicato stampa:
University of Cambridge
BBC Health

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Nuova tecnica per il trattamento delle malattie dell’occhio.

Posted by giorgiobertin su ottobre 27, 2013

Un nuovo promettente approccio può portare a nuovi trattamenti per le malattie oculari comuni come la degenerazione maculare neovascolare e la retinopatia diabetica. Ad affermarlo uno studio pubblicato sulla rivista “Journal of Clinical Investigation” e condotto dai ricercatori del The Scripps Research Institute (TSRI) in California in collaborazione con l’University of California, San Diego.

JCI_11_2013

Gli studi hanno coinvolto le azioni dei microRNA, piccoli pezzi di RNA che una volta erano considerati “spazzatura”, ma sono ormai noti per l’attivazione dei geni. I ricercatori hanno dimostrato che il trattamento di topi con brevi filamenti di RNA che colpiscono con precisione e inibiscono i microRNA (“antimicroRNAs”) possono fermare la crescita aberrante dei vasi sanguigni (“neovasi”).
E ‘questa proliferazione anormale dei vasi che aggrava la perdita della vista nelle malattie degli occhi come la degenerazione neovascolare “umido” maculare e la retinopatia diabetica, due tra le principali cause di cecità.

Crediamo che il targeting di inibire l’azione dei microRNA coinvolti potrebbe rappresentare un modo nuovo ed efficace per il trattamento di una vasta gamma di malattie oculari“, ha detto il professor Martin Friedlander, autore senior dello studio. “Siamo entusiasti di questo approccio che permette di arrestare la crescita anormale dei vasi sanguigni senza indurre effetti collaterali“.

La tecnica molto promettente per il trattamento della malattia dell’occhio umano si è dimostrato efficace in studi preclinici, ora passerà in clinica.

Scarica e leggi l’articiolo full text:
Ras pathway inhibition prevents neovascularization by repressing endothelial cell sprouting
Peter D. Westenskow, Toshihide Kurihara, Edith Aguilar, Elizabeth L. Scheppke, Stacey K. Moreno, Carli Wittgrove, Valentina Marchetti, Iacovos P. Michael, Sudarshan Anand, Andras Nagy, David Cheresh, Martin Friedlander
J Clin Invest. 2013; doi:10.1172/JCI70230

Fonte: The Scripps Research Institute

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FDA: approvato un farmaco per il dolore grave.

Posted by giorgiobertin su ottobre 26, 2013

La US Food and Drug Administration ha approvato un nuovo antidolorifico che contiene un potente narcotico Zohydro ER (idrocodone bitartrato capsule a rilascio prolungato) per la gestione del dolore grave.

ZohydroER

L’approvazione si basa sui risultati ottenuti da studi su più di 1.100 persone con dolore cronico e i risultati di efficacia da uno studio di più di 500 pazienti con lombalgia cronica. Questo studio ha trovato che coloro che hanno preso il farmaco hanno avuto significativi miglioramenti nel dolore rispetto a quelli che hanno preso un placebo, secondo la FDA. Non è approvato per il sollievo dal dolore al bisogno.

L’FDA afferma che il produttore del farmaco dovrà condurre studi (in corso) per valutare i gravi rischi di un uso improprio, abuso e overdose a seguito di una somministrazione prolungata (oltre le 12 settimane).

Comunicato stampa: FDA approves extended-release, single-entity hydrocodone product
Drug Information

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Iss: notiziario settembre 2013.

Posted by giorgiobertin su ottobre 25, 2013

Dall’ISS – Istituto Superiore di Sanità segnaliamo il Notiziario Volume 26, n. 9 – Settembre 2013.

notiziario

I contenuti:

  • Studio della distribuzione geografica delle nefropatie nell’area di Taranto: obiettivi e metodologia;
  • Protocollo di diagnosi dell’epatite E per le strutture del Servizio Sanitario Nazionale;
  • Rapporto annuale sulla legionellosi in Italia nel 2012;
  • BEN (Bollettino Epidemiologico Nazionale).

E’ stato pubblicato anche Il Volume 26, n. 3 Marzo, Supplemento 1 dal titolo”Accesso alle cure della persona straniera: indicazioni operative“.  Il documento pubblicato da un gruppo di ricercatori dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) e di esperti legali, in collaborazione con il Ministero della Salute e con gli specialisti in editoria scientifica e grafica del Settore Attività Editoriali dell’ISS, è una guida operativa sull’accesso alle cure dei migranti.

Scarica e leggi il notiziario.
Notiziario Volume 26, n. 9 – Settembre 2013Notiziario Volume 26 n. 3 Marzo – Supplemento 1

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Glioblastoma: il ruolo della proteina CLIC1.

Posted by giorgiobertin su ottobre 24, 2013

Uno studio dell’Università Statale di Milano e dell’Istituto Europeo di Oncologia (IEO), pubblicato sulla rivista “Journal of the National Cancer Institute” ha messo in luce il ruolo chiave della proteina CLIC1 nello sviluppo del glioblastoma (tumore aggressivo al cervello).

glioblastoma

Il glioblastoma è particolarmente resistente alle attuali chemioterapie, che non riescono a eliminare le Cancer Stem Cell (CSCs), quella frazione di cellule responsabili di origine, progressione e ricorrenza del tumore.

I risultati dello studio hanno quindi identificato CLC1 come un nuovo possibile target terapeutico nel glioblastoma, mentre restano ancora necessari ulteriori studi per identificare il meccanismo con cui CLC1 partecipa allo sviluppo del tumore cerebrale.

Leggi il full text dell’articolo:
Functional Role of CLIC1 Ion Channel in Glioblastoma-Derived Stem/Progenitor Cells
Matteo Setti, Nicoletta Savalli,Daniela Osti,Cristina Richichi,Marina Angelini, Paola Brescia,Lorenzo Fornasari,Maria Stella Carro, Michele Mazzanti, and Giuliana Pelicci
JNCI J Natl Cancer Inst first published online October 10, 2013 doi:10.1093/jnci/djt278

Fonte ed approfondimenti: Università degli Studi di Milano – Dipartimento di Bioscienze

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ACP: linee guida sull’insufficienza renale cronica.

Posted by giorgiobertin su ottobre 24, 2013

Sono state aggiornate a cura dell’American College of Physician le linee guida sulle malattie renali croniche stadio da 1 a 3. (stadio 1= danno normale o aumentato, stadio 3=riduzione moderata della funzione renale).

ACP_1

Il documento presenta raccomandazioni evidence-based per lo screening, il monitoraggio e il trattamento degli adulti con malattia renale cronica (CKD).
I principali fattori di rischio per CKD includono il diabete, l’ipertensione e le malattie cardiovascolari. L’evidenza attuale è insufficiente per valutare i benefici e i rischi dello screening negli adulti asintomatici con fattori di rischio.

Scarica e leggi la linea guida:
Screening, Monitoring, and Treatment of Stage 1 to 3 Chronic Kidney Disease: A Clinical Practice Guideline From the Clinical Guidelines Committee of the American College of Physicians
E. Sweet, Melissa Starkey, Paul Shekelle
Ann Intern Med. Published online 22 October 2013

Fonte: American College of Physician

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WMA: linee guida sulla sperimentazione clinica.

Posted by giorgiobertin su ottobre 24, 2013

Sono state aggiornate a cura del World Medical Association (WMA) le linee guida per la sperimentazione clinica (Dichiarazione di Helsinki – 7° revisione 2013).

WMA_Logo

Sono diverse le modifiche apportate all’edizione del 2013; il documento è finalizzato a fornire indicazioni sulla conduzione della ricerca medica che coinvolge gli esseri umani.

Scarica e leggi il documento:
WMA Declaration of Helsinki – Ethical Principles for Medical Research Involving Human Subjects
JAMA. Published online October 19, 2013. doi:10.1001/jama.2013.281053

Editorial: The Declaration of Helsinki, 50 Years Later

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Valori alti di glucosio abbassano la memoria.

Posted by giorgiobertin su ottobre 24, 2013

Le persone con valori di glicemia più alti della media, anche in assenza di malattie come il diabete di tipo 2, rischiano di avere dei problemi di memoria. Ad affermarlo uno studio dell’ University of Halle, Germania svolto in collaborazione con la FAcoltà di medicina della Charitè di Berlino.

Neurology

La ricerca attraverso dei test è stata condotta su 141 persone con età media di 63 anni senza diabete o pre-diabete.
I risultati suggeriscono che, anche in assenza di glicemie patologiche, tenere i livelli di glucosio nel sangue più bassi possibile, riducendo l’apporto calorico e aumentando l’attività fisica, potrebbe essere una strategia promettente per prevenire o rallentare il declino mnemonico e cognitivo legato all’età“. – afferma lo psichiatra Rujescu, uno degli autori dello studio pubblicato sulla rivista “Neurology“.

Leggi abstract:
Higher glucose levels associated with lower memory and reduced hippocampal microstructure
Lucia Kerti, A. Veronica Witte,Angela Winkler, Ulrike Grittner, Dan Rujescu, and Agnes Flöel
Neurology Published online before print October 23, 2013, doi: 10.1212/01.wnl.0000435561.00234.ee

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Una luce UV contro le infezioni in sala operatoria.

Posted by giorgiobertin su ottobre 23, 2013

I ricercatori della Columbia University Medical Center coordinati dal dott. David Brenner hanno scoperto che uno spettro di luce ultravioletta (UV) potrebbe ridurre in modo drastico le infezioni chirurgiche in sala operatoria senza danneggiare i tessuti.

Sappiamo che la luce Uv di una lampada germicida, che emette un ampio spettro di lunghezze d’onda, da 200 a 400 nanometri (nm), è un efficace battericida. Ma purtroppo danneggia i tessuti e può portare al cancro della pelle e alla cataratta oculare” spiega il dott. Brenner. “Per questo non è quasi mai utilizzata in sala operatoria“.
Dagli esperimenti condotti la luce Uv a spettro ristretto, 207 nm, distrugge i batteri senza ledere i tessuti.

La luce Uv a questa lunghezza d’onda è assorbita dalle proteine, ed è quindi sicura per due motivi: a livello cellulare non raggiunge il nucleo, e a livello tissutale non raggiunge le cellule sensibili dell’epidermide e dell’occhio. Ma siccome i germi sono molto più piccoli delle cellule umane, la luce Uv a 207 nm raggiunge il loro Dna uccidendoli“.
Se i test in vivo in corso confermeranno i risultati, una fonte di luce puntata sul campo chirurgico potrebbe prevenire le infezioni a costi abbordabili” – conclude il ricercatore.

Leggi il full text dell’articolo:
A Promising Tool for Safe Low-Cost Reduction of Surgical Site Infections. I: In Vitro Studies.
Buonanno M, Randers-Pehrson G, Bigelow AW, Trivedi S, Lowy FD, et al.
PLoS ONE 8(10): e76968. doi:10.1371/journal.pone.0076968

Fonte ed approfondimenti: Columbia University Medical Center  –  Video

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Un biomarker per il cancro al pancreas.

Posted by giorgiobertin su ottobre 23, 2013

I ricercatori della Cleveland Clinic hanno presentato nel corso del Congresso dell’American College of Gastroenterology (ACG 2013) che si è tenuto ad ottobre a San Diego, i risultati di uno studio secondo il quale i livelli del fattore di crescita endoteliale vascolare (VEGF) presenti nella bile aspirata del pancreas consentono di determinare con precisione se è presente il cancro al pancreas.

pancreas_cancer

I livelli biliari mediani di VEGF erano sensibilmente elevati in pazienti (nello studio n. 53) con cancro al pancreas rispetto ai casi di problemi comuni ai dotti biliari.
Un valore soglia di VEGF di 0,5 ng/ml distingueva il cancro pancreatico dal colangiocarcinoma; questo valore presenta una sensibilità del 93% e una specificità dell’89%” – afferma il dott. Udayakumar Navaneethan uno degli autori dello studio pubblicato sulla rivista ‘Digestive Diseases & Science‘.

Leggi abstract:
Vascular endothelial growth factor levels in bile distinguishes pancreatic cancer from other etiologies of biliary stricture: a pilot study.
Navaneethan U, Gutierrez NG, Jegadeesan R, Venkatesh PG, Poptic E, Liu X, Sanaka MR, Jang S, Vargo JJ, Parsi MA.
Dig Dis Sci. 2013 Oct;58(10):2986-92. doi: 10.1007/s10620-013-2764-0.

Clinical Trials: http://clinicaltrials.gov/show/NCT01565460

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Un composto del vino rosso protegge dall’Alzheimer.

Posted by giorgiobertin su ottobre 23, 2013

Una nuova ricerca del Buck Institute in California, afferma che sono possibili nuovi trattamenti mirati all’interazione tra ApoE4 e le proteine SirT1 (Sirtuin1). Il fine è quello di sviluppare dei trattamenti preventivi per l’Alzheimer nelle persone geneticamente predisposte alla malattia.

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Gli scienziati avevano già identificato una proteina che trasporta il colesterolo, chiamata ApoE4, come un importante fattore di rischio genetico per la malattia di Alzheimer. Ora dallo studio si ritiene molto importante il legame tra ApoE4 e SirT1  – una proteina anti-invecchiamento associata alla longevità.  ApoE4 influenza beta-amiloide (A-beta), una placca che si accumula nel cervello dei pazienti con malattia di Alzheimer (Approfondimento).

Questa ricerca offre un nuovo tipo di schermata per la prevenzione e il trattamento di Alzheimer. Uno dei nostri obiettivi è quello di individuare un trattamento non tossico sicuro che potrebbe essere dato a chi porta il gene ApoE4 per prevenire lo sviluppo del morbo di Alzheimer.” Afferma il prof. Rammohan Rao, uno degli autori.

E’ stato dimostrato che il resveratrolo, un composto presente nel vino rosso, è un attivatore Sirtuin T1. Lo studio ha analizzato ApoE4 e la sua influenza nella riduzione di SirT1.

Leggi abstract:
Neuroprotective Sirtuin ratio reversed by ApoE4
Matthew Hart, Varghese John, Rammohan V. Rao, and Dale E. Bredesen
PNAS 2013 ; published ahead of print October 21, 2013, doi:10.1073/pnas.1314145110

Fonte: Foxnews
Approfondimenti: Roles of apolipoprotein E4 (ApoE4) in the pathogenesis of Alzheimer’s disease: lessons from ApoE mouse models.

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Nuova tecnica per rigenerare i capelli.

Posted by giorgiobertin su ottobre 22, 2013

I ricercatori del Columbia University Medical Center (CUMC) hanno  sviluppato un metodo contro calvizie ed alopecia per indurre la crescita di capelli, piuttosto che semplicemente ridistribuirli da una parte all’altra della testa: si tratta della prima volta in assoluto.

La tecnica è incentrata sul comportamento delle cellule papilla che costituiscono i follicoli dei capelli. L’idea di usare le cellule della papilla dermica per la crescita dei capelli nei casi di alopecia e calvizie è vecchia di circa 40 anni, ma la difficoltà di metterla in pratica era dovuta al fatto che questo tipo di cellule una volta messe in coltura perdono la loro specializzazione diventando semplici cellule del derma. Ora i risultati sembrano molto promettenti.

Leggi abstract dell’articolo:
Microenvironmental reprogramming by three-dimensional culture enables dermal papilla cells to induce de novo human hair-follicle growth
Claire A. Higgins,James C. Chen,Jane E. Cerise,Colin A. B. Jahoda, and Angela M. Christiano
PNAS 2013 ; published ahead of print October 21, 2013, doi:10.1073/pnas.1309970110

Fonte ed approfondimenti: Columbia University Medical Center
MolecularLab.it

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Nasce ANSA Salute & Benessere Bambini.

Posted by giorgiobertin su ottobre 21, 2013

E’ nato un nuovo portale ANSA Salute & Benessere Bambini, la nuova pagina ANSA tutta dedicata ai bambini. Il portale fornisce un aggiornamento quotidiano su tutte le novità che riguardano la salute dei primi anni di vita.


Presentazione del nuovo canale web “Salute e benessere – Bambini

Questa iniziativa in linea con la missione istituzionale della SIP, nasce dalla necessità di favorire una corretta informazione sui temi della salute in età pediatrica, anche in chiave di prevenzione, attraverso un canale informativo qualificato a disposizione delle famiglie”, afferma il Presidente della SIP Giovanni Corsello.

Accedi al Portale: ANSA Salute & Benessere Bambini

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AAP: rischio e benefico dei farmaci durante l’allattamento.

Posted by giorgiobertin su ottobre 20, 2013

L’American Academy of Pediatrics ha provveduto ad aggiornare le valutazioni sul rapporto rischio-beneficio dei farmaci usati durante l’allattamento e le implicazioni nella salute della madre e del bambino.

LactMed

Informazioni aggiornate e complete si possono trovare nel database LactMed su ToxNet, una raccolta di farmaci, fitofarmaci, e integratori alimentari che possono interferire con l’allattamento.

Scarica e leggi il full text dell’articolo:
Clinical Report: The Transfer of Drugs and Therapeutics Into Human Breast Milk: An Update on Selected Topics
Hari Cheryl Sachs and COMMITTEE ON DRUGS
Pediatrics 2013; 132:3 e796-e809; published ahead of print August 26, 2013, doi:10.1542/peds.2013-1985

Fonte: EUMED

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L-Prolina: il motore delle cellule staminali.

Posted by giorgiobertin su ottobre 19, 2013

E’ la L-Prolina, un amminoacido, uno dei tanti ‘mattoni’ che compongono le proteine cellulari che riesce a modificare il comportamento delle cellule staminali pluripotenti, dando loro la capacità di muoversi e di invadere i tessuti generando metastasi.

L-proline

Lo studio ha dimostrato che il ruolo chiave nella regolazione della motilità/invasività cellulare di L-Prolina è legato alla sua capacità di indurre particolari cambiamenti epigenetici che modificano l’espressione genica.
La ricerca pubblicata su “Stem Cell Report“, è opera dei ricercatori degli Istituti di genetica e biofisica “A. Buzzati-Traverso” (Igb-Cnr) di Napoli, del “Mauro Picone” (Iac-Cnr) di Roma e del Consiglio nazionale delle ricerche, in collaborazione con l’Institute of Molecular Oncology Foundation (Ifom) di Milano.

Il fatto che un aminoacido sia in grado di modificare il profilo epigenetico di una cellula staminale e trasformare profondamente il suo comportamento è una scoperta entusiasmante” – afferma la dott.ssa Minchiotti uno degli autori. “Il fatto importante è che questo fenomeno non è innescato da alterazioni genetiche o da un fattore di crescita, bensì dalla proprietà dell’aminoacido L-Prolina di modificare l’espressione dei geni, senza alterare, mutare né modificare la sequenza del DNA delle cellule. Si aprono nuove prospettive per la comprensione dei meccanismi che sono alla base della progressione tumorale” – conclude la ricercatrice.

Leggi il full text dell’articolo in formato pdf:
L-Proline Induces a Mesenchymal-like Invasive Program in Embryonic Stem Cells by Remodeling H3K9 and H3K36 Methylation p307
Stefania Comes, Miriam Gagliardi, Nicola Laprano, Annalisa Fico, Amelia Cimmino, Andrea Palamidessi, Dario De Cesare, Sandro De Falco, Claudia Angelini, Giorgio Scita, Eduardo J. Patriarca, Maria R. Matarazzo, Gabriella Minchiotti
Stem Cell Reports – 15 October 2013 (Vol. 1, Issue 4, pp. 307-321)

Fonte: Le Scienze

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Tumore al pancreas: positivi gli studi con Abraxane.

Posted by giorgiobertin su ottobre 18, 2013

Sono stati pubblicati sulla rivista New England Journal Medicine i risultati dello studio clinico in fase III MPACT (Metastatic Pancreatic Adenocarcinoma Clinical Trial) sull’utilizzo del farmaco nab™ paclitaxel (paclitaxel legato all’albumina in nanoparticelle) in combinazione con gemcitabina su 861 pazienti.

Abraxane

Dopo tanti anni di insuccessi questo studio clinico riveste un’importanza significativa“. Questo nuovo farmaco (paclitaxel legato all’albumina in nanoparticelle), sta dando dei vantaggi importanti e rappresenta un vero passo avanti nella ricerca. La somministrazione della combinazione nab paclitaxel-gemcitabina – ha affermato il dott. Siena Direttore della Divisione Oncologia dell’Ospedale Niguarda Cà Granda di Milano – ha dimostrato di poter prolungare significativamente la sopravvivenza e il tempo libero da progressione, ma anche di poter ottenere questo risultato con una tossicità accettabile”.

Questi risultati hanno portato all’approvazione da parte dell’agenzia statunitense Food and Drug Administration di nab™ paclitaxel (ABRAXANE), in combinazione con gemcitabina (nostro post del 7 settembre 2013); ora si attendono le autorizzazioni da parte dell’AIFA per averlo a disposizione per questa patologia. Il prodotto è già disponibile per il cancro al seno e al polmone.

Leggi abstract:
Increased survival in pancreatic cancer with nab-paclitaxel plus gemcitabine.
Von Hoff DD, Ervin T, Arena FP, et al.
N Engl J Med 16 October 2013. DOI: 10.1056/NEJMoa1304369

ClinicalTrials.gov number, NCT00844649

Sito Web: Abraxane.com

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Linee guida italiane di chirurgia estetica.

Posted by giorgiobertin su ottobre 18, 2013

Sono state pubblicate sul fascicolo di ottobre  della rivista “Minerva Chirurgica” a cura dell’Associazione Italiana di Chirurgia Plastica Estetica (AICPE) le prime linee guida per i pruincipali interventi di Chirurgia Estetica.

Chirurgia-Plastica-Estetica

Il documento definisce il modus operandi delle operazioni di chirurgia estetica più praticate ossia: blefaroplastica; lifting del volto; addominoplastica; otoplastica; mastoplastica additiva; rinoplastica; lipoaspirazione; lifting/dermolipectomia della regione mediale delle cosce; mastopessi; mastoplastica riduttiva; ginecomastia (riduzione del seno maschile); chirurgia plastica estetica dei glutei.

Scarica e leggi il documento:
Nuove linee guida per i principali interventi di chirurgia estetica
Minerva Chirurgica Vol. 68 – Suppl.1 N.5 Ottobre 2013

Fonte: italiaglobale.it

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