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Archive for 2 marzo 2023

Scoperta la struttura 3D completa della proteina p53.

Posted by giorgiobertin su marzo 2, 2023

La proteina soppressore tumorale p53, nota come “il guardiano del genoma”, protegge il DNA del corpo dallo stress quotidiano o dai danni a lungo termine attivando le cellule per riparare o autodistruggersi. Ma le mutazioni nel gene p53 che codifica per la proteina possono impedirle di svolgere il suo lavoro, facendo accumulare errori nel codice genetico e portando a malattie come il cancro.

Maria Solares, first author on both papers, demonstrates the transfer of a specimen in liquid nitrogen in preparation for imaging in the cryo-electron microscopy instrument. Credit: Jeff Xu/Penn State. All Rights Reserved.

Per la prima volta, un team di ricercatori guidato dalla Penn State ha scoperto la struttura completa della proteina p53 utilizzando campioni di pazienti. Hanno anche studiato come i cambiamenti indotti dalla mutazione nella struttura p53 possono avere un impatto su diversi tipi di cancro. Hanno pubblicato i loro risultati su ChemBioChem e sull’International Journal of Molecular Sciences.

I ricercatori hanno utilizzato la microscopia crioelettronica (cryo-EM) per visualizzare le singole proteine ​​p53 isolate dalle cellule tumorali cerebrali.

High-Resolution Imaging of Human Cancer Proteins Using Microprocessor Materials
Maria J. Solares, G. M. Jonaid, William Y. Luqiu, Samantha Berry, Janki Khadela, Yanping Liang, Madison C. Evans, Dr. Kevin J. Pridham, Dr. William J. Dearnaley, Prof. Dr. Zhi Sheng, Prof. Dr. Deborah F. Kelly
ChemBioChem 2022, 23, e202200310.

Complete Models of p53 Better Inform the Impact of Hotspot Mutations.
Solares MJ, Kelly DF.
International Journal of Molecular Sciences. 2022; 23(23):15267. https://doi.org/10.3390/ijms232315267

Fonte: Penn State

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I batteri producono una molecola che paralizza le cellule del sistema immunitario.

Posted by giorgiobertin su marzo 2, 2023

I batteri della specie Pseudomonas aeruginosa sono germi ospedalieri resistenti agli antibiotici che possono entrare nel sangue, nei polmoni e in altri tessuti attraverso le ferite e causare infezioni potenzialmente letali. In un progetto congiunto, i ricercatori delle Università di Friburgo e Strasburgo in Francia hanno scoperto un meccanismo che probabilmente contribuisce alla gravità delle infezioni da P. aeruginosa. Allo stesso tempo, potrebbe essere un bersaglio per trattamenti futuri. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista EMBO REPORTS.

Human endothelial cells use the molecules cadherin (green) and actin (purple) to form a flexible barrier around blood vessels. After adding the isolated LecB, their localization in the cell changes significantly: in the right half of the image, cadherin is no longer on the outside of the cell, but near the nucleus (blue). Image: Yubing Guo / Universities of Freiburg and Strasbourg

Molte specie batteriche utilizzano molecole leganti lo zucchero chiamate lectine per attaccarsi e invadere le cellule ospiti. Le lectine possono anche influenzare la risposta immunitaria alle infezioni batteriche.

I ricercatori hanno scoperto che la lectina LecB isolata può rendere inefficaci le cellule immunitarie: le cellule non sono quindi più in grado di migrare attraverso il corpo e innescare una risposta immunitaria. La somministrazione di una sostanza diretta contro LecB ha impedito questo effetto e ha consentito alle cellule immunitarie di potersi muovere di nuovo senza ostacoli.

I risultati attuali forniscono un’ulteriore prova che le lectine sono un obiettivo utile per lo sviluppo di nuove terapie, in particolare per i patogeni resistenti agli antibiotici come P. aeruginosa“, concludono gli autori.

Leggi il full text dell’articolo:
Pseudomonas aeruginosa LecB suppresses the immune response by inhibiting transendothelial migration
Janina Sponsel, Yubing Guo, Lutfir Hamzam, Emma Partiot, Quentin Muller, Julien Rottura, Raphael Gaudin, Dirk Hauck, Alexander Titz, Vincent Flacher, Winfried Römer, Christopher G. Mueller
EMBO Reports. DOI: 10.15252/embr.202255971

Fonte: University of Friburg

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Come generare nuovi neuroni nel cervello.

Posted by giorgiobertin su marzo 2, 2023

Alcune aree del cervello adulto contengono cellule staminali neurali quiescenti o dormienti che possono potenzialmente essere riattivate per formare nuovi neuroni. Tuttavia, la transizione dalla quiescenza alla proliferazione è ancora poco conosciuta.

Un team guidato da scienziati delle Università di Ginevra (UNIGE) e Losanna (UNIL) ha scoperto l’importanza del metabolismo cellulare in questo processo e ha identificato come risvegliare queste cellule staminali neurali e riattivarle. I biologi sono riusciti ad aumentare il numero di nuovi neuroni nel cervello di topi adulti e persino anziani. Questi risultati, promettenti per il trattamento delle malattie neurodegenerative, sono pubblicati sulla rivista “Science Advances“.

Neurones nouvellement produits (rouge) dans le gyrus denté avec les noyaux des cellules (bleu) et un marqueur de neurones immatures (vert). © Knobloch Lab – UNIL

Le cellule staminali neurali (NSC) persistono in alcune regioni del cervello anche dopo che il cervello è completamente formato e possono creare nuovi neuroni per tutta la vita. Questo fenomeno biologico, chiamato neurogenesi dell’adulto, è importante per funzioni specifiche come i processi di apprendimento e memoria. Tuttavia, nel cervello adulto, queste cellule staminali diventano più silenziose o “dormienti” e riducono la loro capacità di rinnovamento e differenziazione.

Conoscendo le vie metaboliche che distinguono le cellule attive da quelle dormienti, gli scienziati possono risvegliare le cellule dormienti modificando il loro metabolismo mitocondriale.

Questi risultati gettano nuova luce sul ruolo del metabolismo cellulare nella regolazione della neurogenesi. A lungo termine, questi risultati potrebbero portare a potenziali trattamenti per condizioni come la depressione o le malattie neurodegenerative.

Leggi il full text dell’articolo:
Mitochondrial pyruvate metabolism regulates the activation of quiescent adult neural stem cells
BY FRANCESCO PETRELLI, VALENTINA SCANDELLA, SYLVIE MONTESSUIT, NICOLA ZAMBONI, JEAN-CLAUDE MARTINOU, MARLEN KNOBLOCH
SCIENCE ADVANCES 1 Mar 2023 Vol 9, Issue 9 DOI: 10.1126/sciadv.add5220

Fonte:Universités de Genève (UNIGE)

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