L’aggiunta di un farmaco antinfiammatorio all’immunoterapia con inibitori del checkpoint anti-PD1 si è rivelata molto promettente come nuova strategia contro il cancro polmonare avanzato, sulla base dei risultati di un piccolo studio clinico condotto da ricercatori dell’Abramson Family Cancer Center presso l’Università della Pennsylvania Scuola di Medicina Perelman.
Il rallentamento dell’infiammazione può aumentare l’efficacia dell’immunoterapia contro il cancro polmonare avanzato.
Nello studio, i ricercatori hanno utilizzato un farmaco chiamato inibitore di JAK1 per ridurre specificamente la segnalazione infiammatoria persistente senza interferire con la segnalazione infiammatoria iniziale necessaria per generare attività antitumorale. L’inibitore di JAK1 è stato somministrato per sei settimane a 21 pazienti affetti da carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC) avanzato, ma solo dopo che avevano ricevuto due dosi di immunoterapia anti-PD1. Il risultato è stato un tasso di risposta complessivo del 67 percento e una sopravvivenza libera da progressione mediana di quasi 24 mesi, entrambi molto elevati per il NSCLC avanzato.
Leggi abstract dell’articolo:
Combined JAK inhibition and PD-1 immunotherapy for non–small cell lung cancer patients.
Divij Mathew et al.
SCIENCE 21 Jun 2024 Vol 384, Issue 6702 .DOI:10.1126/science.adf1329
Fonte: University of Pennsylvania Perelman School of Medicine